Michele Puccio
16 set 20182 min
Oggi volevo solo fare una breve riflessione sul perché il mio, è il più bel lavoro del mondo.
Nell’ultimo
periodo due persone del mio team hanno deciso di intraprendere nuove sfide
professionali. Questi sono passaggi che non tutti vivono nello stesso modo.
In questi casi
solitamente avverto due emozioni distinte. Da un lato c’è lo smarrimento per il
senso di vuoto creato dal collega che parte, dall’altro la gioia per la nuova
opportunità colta dalla stessa persona.
Negli ultimi
16 anni hanno fatto ingresso nel mio team persone che provenivano da esperienze
completamente differenti. Ho avuto dai neo diplomati, ai calciatori, dai
venditori di würstel agli allenatori dei pulcini di calcio. Persone selezionate
ovviamente più per le attitudini personali che per le competenze. Vederli
avere, dopo anni, l’opportunità di cogliere delle sfide professionali
importanti, su aziende prestigiose che sicuramente non hanno ritrovato in loro
solo attitudini, ma anche competenze trasversali, non può che darmi estrema
soddisfazione.
Come può non
essere il mestiere più bello del mondo quello dove il vero prodotto con cui hai
a che fare tutti i giorni è il capitale umano.
Come può non
essere il mestiere più bello del mondo quello dove sei chiamato a supportare
altre persone nella realizzazione di se stessi e dei loro sogni.
Come può non
essere il mestiere più bello del mondo quello dove ogni giorno hai a che fare
con le emozioni.
Solitamente è
al momento dei saluti finali che percepisci qualcosa. Quindi bisogna portar
pazienza, ci sono collaboratori che restano con te pochi anni e altri decenni.
In questo mondo di App, del tutto subito, bisogno accettare che quando si parla
di persone il tutto subito non funziona. A volte sarà un gesto, uno sguardo, a
volte solo una mezza frase. Non aspettatevi gesti plateali, ma è quasi sempre
in quel momento che saprai se sei riuscito a creare un impatto positivo in
quella persona.
Cambia il mondo vendendo!