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Immagine del redattoreMichele Puccio

USA



Ore 19:43 di San Francisco, ore 05:43 di Roma, di rientro sul volo San Francisco – Londra.


Dovrei dormire per cercare di ridurre l’impatto del jet leg, ma non ho proprio sonno. Ho la testa piena di input da questa mia prima esperienza negli USA e voglio provare a raccogliere le idee e condividerle con voi.


La curiosità era tanta, anche perché, essendo uno di quelli che è venuto su a pane e film americani ero in cerca di conferme, di capire quanto la vita in America fosse più o meno simile a quella che vediamo in TV.


Ho visitato San Francisco, Sacramento, Santa Barbara, Los Angeles, La Death Valley e Las Vegas. Queste almeno le tappe principali.


Innanzitutto ho avuto l’ennesima conferma che il bello non è bello, ma è bello ciò che piace. È giusto che ognuno si faccia la propria opinione sulle città senza farsi troppo influenzare dal parere degli altri. Tanti mi anticipavano San Francisco come la città più bella e forse lo era anche, ma in un certo senso essendo più simile alle nostre città, mi ha regalato solo in parte le emozioni che cercavo.


Cominciamo con la macchina a noleggio. Se vi organizzate un tour on the road dovete assolutamente prendere a noleggio uno di quei SUV super mega e non ha importanza se qualcuno vi dirà che le auto europee sono migliori, voi prendete quelle! Volete sapere perché? Ma perché cominci subito ad entrare nel personaggio americano, perché è quello che vogliamo fare, no? Capire meglio la loro cultura. Quelle auto sono grandi, davvero enormi. All’inizio ti sembrano esagerate, dopo un po’ di chilometri, quando ti rendi conto degli spazi immensi che hanno, del numero infinito di corsie e di quanto costa poco la benzina, gli dai anche ragione. Veniamo al porta bevande che per me era un oggetto incomprensibile. Adesso vi spiego, quando l’americano medio va a prendersi il caffè da Starbucks ha una temperatura media di circa 100.000 gradi, quindi, o hai almeno mezz’ora di tempo per berlo con calma, o? Te lo porti in auto e subito so che starete pensando, ma come si fa a bere in auto senza sporcarsi? Hanno pensato a tutto! Innanzitutto non usano il cambio, ostinazione europea non ben spiegabile e poi la guida non è tutta un accelerare e frenare come da noi. Là la velocità è una e basta e se la superi più che la multa ti portano direttamente dal giudice e i controlli li fanno anche nel bel mezzo del deserto dove pensi che lo sceriffo non abbia mai messo dimora.


Passiamo a commentare cose un po’ più di sostanza. Andiamo a Los Angeles. Il commento di tutti era, non c’è niente da vedere… e io aggiungo, non c’è niente da vedere secondo i nostri canoni. Pensateci un po’, Hollywood sforna film e serie televisive che condizionano il modo di pensare, di agire e di sognare di un intero pianeta, allora mi dico, ci saranno pure pochi “monumenti”, ma ti vorrai emozionare almeno un po’ quando passi per quel marciapiede e vedi quelle stelle con i nomi di chi è protagonista di cotanto potere??? La mia risposta è si!


Un’altra cosa che secondo me capisci visitando l’America è il concetto della Libertà. Cosa vuol dire davvero essere liberale. Quando ti guardi intorno in America e osservi i volti delle persone, i loro modo di vestire e di comportarsi hai la sensazione che in quel posto hai veramente la possibilità di poter essere te stesso, senza doverti sentire giudicato da altri. Da noi invece la sensazione predominante è che tu sei ok se conforme a dei canoni definiti, altrimenti sei il diverso, uno potenzialmente da emarginare.


Las Vegas è una sorta di città parco giochi e il posto perfetto per far serata e divertirsi e mi chiedo, ma perché non abbiamo mai fatto una Las Vegas in Sicilia? I visitatori godrebbero anche di un mare favoloso invece di un deserto arido. La città in realtà è una cittadina e vi giungono da tutti gli stati d’America, percorrendo delle distanze ben superiori di quelle europee.


La cosa però più bella che riporto con me è la gentilezza e la disponibilità di queste persone. In undici giorni, non c’è mai stato nessun cameriere o commesso che si sia mai rivolto con sgarbo o sufficienza. Mi direte che è così solo perché tutto ruota intorno alla mancia ed è tutto finto? Ma che ben venga pure in Italia allora! Invece siam circondati da persone che sembra ti stiano servendo per farti un favore. A parte il saluto iniziale, non ricordo che dalle nostre parti mai qualcuno mi abbia chiesto come sto, là, l’hanno fatto tutti, ma tutti tutti! Ogni venditore dovrebbe fare uno stage obbligatorio in USA per comprendere davvero la cultura del cliente. Se non fai così sei OUT! C’è una coda dietro di te che aspetta di prendere il tuo posto e se non stai attento ti puoi ritrovare ad essere uno dei tanti HOMELESS.


Ovviamente non tutto è perfetto, di senza tetto ne ho visti tanti, una sera a Las Vegas c’era una donna con una bambina di circa sei anni e faceva davvero freddo, -4 gradi con vento, per un attimo mi si è stretto il cuore e mi è venuto un nodo alla gola. È impossibile che oltre quella porta ci sia qualcuno che compra una borsa per 2.500 euro e che butta i soldi al tavolo da gioco e da questa parte ci sia qualcuno che fa fatica a sopravvivere.


La popolazione europea ha tanto da insegnare al mondo, ma quello di cui sono sempre più convinto è che le culture dovrebbero dialogare molto di più, per cercare di carpire i segreti una dell’altra tendendo ad un mondo migliore.


Nel mio piccolo Suedtirol si fa tanto parlare e litigare se parlare in italiano o tedesco, mentre di là in America e non nella provincia al confine con qualche stato, su tre taxi che ho preso, tutti e tre parlavano regolarmente con qualcuno al telefonino in un’altra lingua e quando vedi queste cose, certe problematiche locali ti sembrano quasi primitive.


Un’ultimissima cosa, sapete qual è la cosa che ho più fotografato durante questi giorni? La bandiera americana. Perché dovete sapere che in America trovate una bandiera ad ogni angolo di strada, sia davanti alla porta di una casetta nel deserto, sia sul grande albergo in centro. Da noi ne trovate poche e spesso sono quelle locali. Il loro senso di patriottismo è una cosa fenomenale, che vinca il candidato democratico o repubblicano, alla fine il Presidente è il Presidente di tutti gli americani, come da noi, no? Lungo la spiaggia di Malibù c’è un memoriale ai caduti che ha catapultato il mio pensiero a qualche decina di anni fa, quando qualcuno, oltre oceano, decise di investire le tasse dei contribuenti e soprattutto le vite dei figli dei contribuenti per venire in Italia, sbarcare e liberarci dandoci la possibilità di continuare a dire di essere italiani e di godere di tutto quello che abbiamo ancora oggi. Gli Stati Uniti d’America saranno pure indietro rispetto noi su alcune scelte come la pena di morte o l’uso delle armi, ma per quanto hanno fatto, dovranno godere sempre del nostro rispetto.


Tra qualche ora si torna a casa, carichi più che mai è pronti per coocreare un altro anno di successi.

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