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BE ITALIAN!


Oggi sto scrivendo in navigazione, per l’esattezza dal tragitto che va da Minorca ad Olbia.

Ieri sera c’è stata la serata italiana. Spettacolo italiano, menù italiano, camerieri con grembiuli tricolori ecc. ecc.

Una volta terminato lo spettacolo con il classico “Va pensiero” ed ovazione del pubblico, sono rientrato in cabina e non ho potuto fare a meno di fare qualche considerazione.

Vengono da tutto il mondo e scelgono di navigare su navi italiane. La cucina in realtà era italiana tutti i giorni e non solo per la serata e secondo me molti optano per compagnie italiane pure per questo motivo. A teatro sono state ricordate culture e tradizioni che altri al mondo ci invidiano.

Quindi riassumendo, c’è la tecnica e la passione, la qualità e il genio, ma allora cos’è che non funziona nel nostro paese e che ci sta facendo soffrire così?

Quando vai in giro e vedi le cose belle degli altri continui a ripetere una frase che suona tipo questa: “…ma perché non lo facciamo pure noi?”. Vero è, che se visiti tanti paesi questa frase ti verrà di dirla più volte, ma è anche vero che tante di queste ti ritroveresti a contraddirti.

Volete sapere dove voglio andare a parare? Sul fatto che tutto sto popò di potenziale si disperde, secondo me, perché non abbiamo ancora fatto chiarezza sull’Italia che vorremmo.

Avete per caso sentito qualche politico che l’abbia dichiarato esplicitamente? Io no. Ricordo un accenno su questo argomento da parte di Renzi durante le primarie, ma mai una dichiarazione forte. Il perché non lo fanno è chiaro, hanno paura di perdere voti. Così oggi si lamentano gli operai e diamo il contentino all’industria, domani si lamentano i notai e via con il contentino alle categorie, per concludere parliamo un po’ di IMU così accontentiamo tutti.

Peccato che su tutti i libri di crescita personale ci sia scritto che prima devi far chiarezza sulla realtà che desideri e poi il resto vien da se.

Per vincere una battaglia occorre una strategia e per chi non l’avesse ancora capito la guerra alla sopravvivenza è in corso. I soldi pubblici sono quelli che sono, ma la nostra strategia cosa prevede? Dobbiamo dichiarare se vogliamo un’Italia industriale o basata sui servizi e se sui servizi quali? Turismo? Informatica? Bisogna saperlo, perché se le risorse sono limitate è importante capire se dar priorità alla costruzione di un nuovo porto turistico o se favorire un polo universitario. Noi invece ci stiamo muovendo a tentoni, alla cieca.

Per quei libri, il risultato di questo operare è già scritto… e non è un lieto fine.

Be Italian, intonavano durante lo spettacolo e per qualche minuto ho risentito l’orgoglio di casa…

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