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Immagine del redattoreMichele Puccio

EPILOGO DI UN PRACTITIONER


22 Giugno ore 16.30, sono al round finale del PNL Practiotioner. Sono stanco, stanco di ristrutturare, di scavare, di calibrare. Il coach ci chiede di disporre le sedie in modo da formare un cerchio e pone al centro tutta una serie di bellissime immagini. Panorami, bimbi, porte ecc. ecc. La montagna ha sempre avuto un fascino particolare per me e quindi vengo attratto da alcune immagini con panorami montani ed una mia attrae più di altre. La raccolgo e subito la stanchezza viene rimpiazzata da una strana sensazione che non riesco ancora bene a descrivere. Comincia il giro di esperienze. Ogni partecipante racconta perché ha scelto quella foto e come si lega al significato che da al corso. L’atmosfera è vibrante, sembra percepirsi un’energia particolare tra noi. Ogni esperienza raccontata sembra emozionare sempre più ogni partecipante e nel mentre io ho sempre più chiaro del perché ho scelto quella foto. E’ il mio turno, sono l’ultimo, non riesco a parlare, mi piego per coprire l’imbarazzo, ci provo, ma vengon fuori solo lacrime. C’era un’altra foto simile. Era la foto di una vetta e di uno scalatore che la stava conquistando. Provo a ricentrarmi e spiego ai colleghi che ho vissuto questo corso come un passaggio da quella foto in cui vedevo la vetta e salivo con fatica a questa foto dove c’è si un sentiero, magari anche in salita, ma il viaggio me lo godo molto di più e se la mia vetta non la vedo chiaramente, fa lo stesso, non sempre ci è dato, non sempre è fondamentale. E’ come se adesso potessi smettere di salire per dover dimostrare qualcosa a qualcuno o forse anche a me stesso, ma potrò farlo per il solo gusto di farlo. Per concludere, la cosa più bella che vedo in quella foto è che adesso, libero da questo nodo, posso guardarmi meglio intorno e vedere anche le altre vette che per me sono le vette degli altri, di chi conosco e che forse potrò aiutare meglio a far loro da guida.


23 Giugno ore 13.00, si è concluso l’esame. I risultati li saprò solo domani, ma alla fine non sarà l’esito che importa, ma il fatto che finalmente ho fatto un esame che è stata una vera palestra, un’opportunità per raccogliere mille feedback in quanto i coach davano un immediato riscontro ai nostri errori e non posso far a meno di pensare a quanti esami fatti in passato e a quante opportunità di crescita ho sprecato. L’esame un po’ per tutti è stato anche una dimostrazione di quanto difficile sia far da guida a qualcuno pure nelle situazioni più banali. Il Practitioner si sa, è solo un trampolino verso il Master e non può darti tutte le competenze necessarie, ma rendendomi conto di queste complessità, mi stupisco ancor di più di come possa essere superficiale l’approccio alla managerialità delle nostre aziende italiane, come il più, sia troppo spesso lasciato al caso.

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