Oggi parliamo di psicologia positiva che ha l’obiettivo di aiutare le persone che stanno bene a stare ancora meglio. Non si fonda su teorie, riflessioni e/o convinzioni più o meno spirituali o religiose, ma si basa su esperimenti scientifici fatti su campioni più o meno grandi di persone che hanno dato delle evidenze empiriche.
“Sapevate che gli ottimisti mangiano in modo più sano dei pessimisti e che un numero minore di loro fuma e abusa di sostanze alcoliche?”
Uno degli studi più famosi nel campo è il rapporto di Losada che cerca di individuare il perché i membri di alcuni team sono più soddisfatti di altri. L’analisi fatta su diversi team ha portato alla luce l’evidenza che nei team più soddisfatti, si faceva più uso di interventi positivi. L’approccio scientifico a quest’analisi ha portato alla definizione di una cifra esatta, ovvero il rapporto tra i rinforzi positivi e quelli negativi dev’essere di 2,9 ad 1. Quindi, per ottenere delle performance elevate col vostro team, dovrete usare più parole positive che negative e se estendiamo il concetto agli ambiti familiari, allora il rapporto dovrà essere di 5 ad 1.
Un primo esercizio che potreste fare sarebbe di dividere un foglio in due e di segnare da un lato tutto quello che di positivo avete detto al vostro team nell’ultima riunione e tutto quello che avete detto di negativo e già questa potrebbe essere una prima bella indicazione.
PROBLEMA: “Avete notato come criticare qualcuno sia molto più facile che complimentarsi?”
Forse sarà perché per tradizione a casa e nelle scuole venivamo ripresi di più se sbagliavamo, sta di fatto che il complimentarsi è un’educazione emotiva su cui si può lavorare.
Allora ecco un altro esercizio, riportate su un foglio quali complimenti potreste fare al vostro team e fate altrettanto su voi stessi.
Un altro esercizio che potreste fare è quello di annotarvi su un foglio, per una settimana, quante interazioni positive e quante negative avete avuto.
Se di complimenti proprio non riuscite a farne, forse potreste cominciare semplicemente diminuendo almeno le parole negative.
Gli studiosi di psicologia positiva hanno evidenziato che anche la gratitudine aiuta il benessere generale della persona e sapete perché? Perché ci spinge a focalizzare la nostra attenzione su ciò che va, piuttosto su ciò che non va e questo impatta sull’umore che è influenzato da ciò che pensiamo che dipende da dov’è il nostro focus.
Da qui la differenza tra successo e felicità:
“Il successo consiste nell’ ottenere ciò che si desidera mentre la felicità consiste nel saper apprezzare ciò che si ha.”
Altri test fatti hanno dimostrato che le persone di buon umore, tendono a considerare le cose nella loro globalità, mentre le persone di umore più cupo tendono a focalizzarci sui dettagli? L’ottimista procede più per analogie e il pessimista preferisce la logica. Attenzione, non c’è un giusto o sbagliato, questi sono solo dati statistici, vedere il bicchiere mezzo pieno o vuoto genera emozioni complementari e in alcuni momenti può essere più utile uno rispetto altri. Per esempio, sapevate che gli ottimisti hanno più incidenti sul lavoro perché tendono a tutelarsi meno? E’ anche vero che tendenzialmente l’ottimista vivrà meglio del pessimista e sapete perché? Perché tendenzialmente vive meglio chi riesce a ridurre la percezione del dolore. I dati dicono anche che le persone ottimiste vivrebbero di più e a supporto di questa tesi c’è lo studio sulle suore. Sono state analizzare le lettere motivazionali di 80 suore scritte a 20 anni e lo studio ha evidenziato che le suore che hanno fatto più uso di parole positive hanno avuto una vita nella media più lunga.
Altra emozione studia dalla psicologia positiva è la generosità, ma perché avrebbe questi effetti positivi? Aiuta a coltivare un’immagine positiva di se perché contribuisci al benessere di altri. Aiuta a prendere coscienza di ciò che si ha. Aiuta a rispettare chi ha di meno e per finire favorisce la creazione di una rete di aiuto reciproco di cui si potrà beneficiare.
Un altro aspetto sotto indagine dalla psicologia positiva è il sorriso. Nei momenti di felicità sorridiamo spontaneamente, ma è anche vero il contrario, ovvero che noi possiamo sorridere forzatamente e così facendo mandiamo dei segnali al cervello che secerne dei neurotrasmettitori che ci faranno migliorare l’umore.
Per andare avanti in quest’approfondimento emotivo, dobbiamo capire che abbiamo la tendenza a sovrastimare la felicità che proveremo sui futuri avvenimenti. Si tende ad abusare della frase “Sarò felicissimo quando…” solo perché il valore che diamo alla gioia anticipata è sempre superiore al valore della gioia provata. Quindi vogliamo più amore e più soldi nelle nostre vite , ma quando li otteniamo non siamo felici come ci aspettavamo e sapete perché? Per il principio dell’ADATTAMENTO, ovvero, ci adattiamo alle situazioni che viviamo. Ciò che inizialmente ci rende felici diventa un’abitudine e non riesce più a procurarci un’aumento di felicità (come l’uso delle droghe). Ad ogni passaggio che facciamo verso la nostra meta, migliora il nostro comfort, ci creiamo un nuovo riferimento in termini di comfort e ci dimentichiamo di come stavano prima le cose. Pensate al senso di gratificazione che provate quando mangiate un gelato, ripensate alla differenza di gratificazione che vi danno le prime leccate rispetto le ultime.
Quindi se l’adattamento da un lato riduce il piacere, dall’altro ha anche un risvolto positivo però. Mi riferisco alle persone che hanno avuto delle disgrazie, l’adattarsi riduce lo sconforto.
"Quindi come avrete capito la felicità dipende molto dal nostro atteggiamento mentale, più che da ciò che ci capita nella vita."
Cosa possiamo fare per contrastare questa tendenza all’adattamento? Potremmo scrivere il nostro portafoglio della felicità ovvero un elenco delle cose che ci rendono felici e così quando vedete una tendenza all’incupimento, possiamo riprendere la nostra lista e rifare una di quelle cose, piuttosto che stare ad aspettare un’altra cosa futura incerta. Facciamo un esempio, andare in palestra è nella lista? Vacci! Mangiare una pizza con amici è nella lista? Fallo, ecc. ecc.
“La felicità è uno stato di benessere del quale si prende consapevolezza.” - Christophe André
Tratto da “Quaderno d’esercizio di psicologia positiva” - Yves-Alexandre Thalmann
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