Sapete meglio di me che fare il people manager è uno dei mestieri più difficili al mondo perché le persone sono la variabile per eccellenza.
Ognuno ha il suo stile, si sa, ma è possibile provare a categorizzare i people manager?
Io ho provato a farlo e ho individuato 5 macro categorie.
1) Al primo gradino troviamo i manager che mi piace definire TARGET MANAGER (detti anche OLD FASHION). Sarebbero i manager che si concentrano principalmente sugli obiettivi e la cui attività principale si estrinseca nel chiedere al collaboratore quanto sono distanti dall'obiettivo. Questi sono i manager la cui domanda preferita è: "Qual è il forecast?", oppure "A quanto chiudi questo quarter?".
2) Al secondo posto troviamo gli ACCOUNTABILITY MANAGER. Sono quelli che hanno compreso che per essere più sicuri di raggiungere gli obiettivi, è più importante assicurarsi che i collaboratori portino avanti le attività che devono essere concluse per raggiungere questi obiettivi. Questo manager si focalizza quindi sui KPI o KBI. Le sue domande preferite sono: "Quanti clienti hai visitato?", oppure "Quante chiamate hai fatto?".
3) Sul terzo gradino troviamo i MANAGER MOTIVATORE. Cos'è che fa questo tipo di people manager? A lui piace raccontare storie. Il manger motivatore è un tipo visionario e gli piace motivare i collaboratori coinvolgendoli nella sua visione. E' soprattutto un manager che aiuta le sue persone a fare stretching sul campo delle opportunità che ognuno di loro proietta nella propria mente. Li aiuta a cambiare il modo di vedere le cose.
4) Al quarto e penultimo posto troviamo il MANAGER ESPONENZIALE. Perché abbiamo deciso di utilizzare questo termine? Perché è un manager che lavora sul dialogo interno dei collaboratori. E' un manager che supporta le persone andando a ristrutturare le parole che si dicono. Lavora sulle loro affermazioni, sulle loro convinzioni e paure. Esponenziale perché l'output che si ottiene dal collaboratore in questo caso è di tipo esponenziale. Si osserva una crescita dei risultati e soprattutto un'indipenza del collaboratore che non si ha nei gradini precedenti. Il rischio nelle prime tre tipologie di manager è quello di creare troppa dipendenza tra il lavoro del manager e i risultati del collaboratore. Ovvero, c'è il rischio che appena il people manager molla la presa i risultati peggiorano o addirittura si potrebbe crearae la convinzione limitante nel collaboratore che senza il supporto del manager non ce la farà mai.
5) Al quinto ed ultimo posto ho messo il MANAGER QUANTICO. L'ho chiamato così perché è un manager che lavora con le energie. A differenza degli altri che si concentrano principalmente sul lavoro da fare sui propri collaboratori, il manager quantico sa che il cambiamento parte da se stessi e quindi la sua priorità è lavorare su se stesso e sulle energie di amore e gratitudine con muove nell'ambiente in cui opera.
Per come la vedo io, non c'è una tipologia di manager giusta e una sbagliata. Ognuno di noi durante il corso della giornata può cambiare anche più volte il tipo di approccio. Ognuna di queste versioni genera degli effetti e quindi a seconda delle situazioni si può valutare di focalizzarsi più su un'approccio rispetto che un altro. Sicuramente per migliorare la propria efficacia manageriale serve tanto, tanto esercizio consapevole e ritorno su questo termine "consapevole" per sottolineare il fatto che non basta avere anni di esperienza, è importante che sia una pratica deliberata, ovvero fatta essendo consci dei propri pensieri, delle proprie convinzioni e delle proprie emozioni. Pertanto, buona pratica a tutti!
Photo byAustin DistelonUnsplash
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