Ricordo ancora quando iniziai a lavorare. Correva l'anno 2000 e il mondo IT era reduce fresco, fresco della bolla della new economy. Per essere più precisi, io avevo iniziato che i privilegi e l'abbondanza della crescita esponenziale, erano già belli che spariti e anzi, dovevi andarti a conquistare con il coltello tra i denti, ogni singola vendita. Ci fu una cosa che mi colpì in particolar modo e mi riferisco al fatto che si diceva che molti avevano perso il posto di lavoro e la grande insoddisfazione nasceva dal fatto che chi riusciva a rientrare nel mondo del lavoro, non otteneva più gli stipendi stellari degli anni d'oro.
Fatta questa premessa, quello a cui stiamo assistendo nell'ultimo anno è il fenomeno che hanno soprannominato delle "Grandi dimissioni". Il turnover all'interno delle aziende è cresciuto esponenzialmente e anche se in molti sono corsi ai ripari, migliorando i benefit e incrementando i salari, spesse volte i risultati sono stati comunque mediocri. La concorrenza sul fronte del reclutamento è aumentata in maniera pazzesca con la conseguenza che il prezzo (in questo il salario) aumenta come accade in tutti i mercati quando la domanda cresce e l'offerta è limitata. Questo fenomeno è ulteriormente accentuato nel mondo IT e soprattutto per le figure tecniche. Abbiamo ragazzi giovanissimi, con pochissima esperienza e poche certificazioni, che ottengono stipendi da top manager, ma tutto ciò, è sopportabile dal sistema? Sopratutto la domanda nasce spontanea, quando la stessa figura professionale riesce a raddoppiare o triplicare lo stipendio passando da un'azienda all'altra con lo stesso business model, ovvero tra due aziende con le stesse marginalità medie.
Ma andiamo adesso un po' più nel dettaglio dei numeri. Ricordiamo tutti benissimo la crescita delle quotazioni delle aziende IT durante la pandemia. Stesse aziende che adesso hanno conosciuto un grosso ribasso. Guardate questo grafico.
A questo trend, dobbiamo affiancare un altro grafico, quello che ci mostra come sul mercato ci sia una ripresa dei licenziamenti annunciati.
Ovviamente nei momenti immediatamente successivi al lockdown c'è stata la fase del terrore che poi si è ripresa nei mesi successivi e questo inizio 2022 è ricominciata l'instabilità. Guardate anche questo dato. Ci sono voluti ben 15 anni per ritornare al picco di valore del Nasdaq che c'era stato nel 2000.
Allora giungiamo alle conclusioni o meglio al domandone finale. Visto che il mercato americano solitamente anticipa i trend che poi vedremo nel nostro mercato italiano e visto che considerato che noi siamo ancora in una fase estremamente bullish del mercato del lavoro, non c'è forse un rischio molto alto che la bolla del mercato del lavoro stia per esplodere?
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