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La via degli Dei a modo mio

Oggi vi racconto dell’esperienza che ho fatto quest’estate. Ho fatto il mio primo cammino e dico primo perché l’esperienza mi è piaciuta così tanto che spero di poterne fare altri in futuro. Ho deciso di iniziare con la via degli Dei che è quel percorso che partendo da Bologna, ti porta a Firenze a piedi. E’ diventato un percorso gettonatissimo. Prima di me, almeno quattro colleghi l’avevano già fatto e così mi son detto, perché no?!

Ecco alcuni suggerimenti che mi sento di condividere da quest’esperienza:

  • Primo consiglio, se proprio ti consideri un antisportivo, lascia perdere, comunque dovrai camminare tra le 6 e le 8 ore al giorno con uno zaino pesante, è anche vero che ognuno può dettare il proprio passo, però non è neppure da considerarsi una passeggiatina digestiva post pranzo. In alternativa ci sono degli operatori turistici che ti organizzano il transfer dello zaino da una tappa all’altra e ovviamente il gruppo è accompagnato da una guida. Questa può essere una buona alternativa per i meno allenati, ma, ma c’è un ma e ve lo lascio per il punto due. Siamo chiari però su un punto, i cammini sono un po’ come le maratone, ovvero come prima di partecipare ad una maratona non è che a giorni alterni ne fai una, stessa cosa vale per i cammini. Anche se andrai a camminare in montagna durante il fine settimana, il cammino sarà comunque un impegno fisico più grande di quello a cui sei abituato, ma non per questo impossibile.

Morale della favola: Quando dovrai partire con un nuovo progetto in azienda, non pensare che sarai mai pronto abbastanza, al tempo stesso, per non rischiare spiacevoli sorprese/infortuni, una preparazione di base sarà necessaria.


  • Parliamo di zaino. Ti consigliano che non dovrebbe essere più del 10% del tuo peso corporeo, ecco, siate rigidi su questa regola, vedrete che dopo qualche ora maledirete ogni grammo in più superfluo che avete portato. Fare lo zaino e decidere cosa portare è un buon esercizio per imparare a vivere con l’essenziale o come diremmo nelle nostre aziende, a restare agili. Allo stesso tempo, non puoi permetterti di eliminare troppa roba e rischiare di non poter affrontare un imprevisto come un temporale, quindi è un vero gioco di equilibri. Lo zaino ha anche un significato metaforico. Come dice il mio amico Samuel Lo Gioco “Tu sei lo zaino che porti”. Dentro quello zaino ci siamo noi, le nostre convinzioni, le nostre paure e ambizioni, i nostri sogni e le nostre sofferenze, ma come puntualizza sempre Samuel, il suo contenuto rispecchia quello che sei oggi, il prossimo viaggio il contenuto non sarà più lo stesso perché tu sarai un’altra persona ancora.

Secondo consiglio, se vogliamo aumentare le probabilità di arrivare lontano e in fondo, impariamo l’approccio agile e a ponderare il rischio.


  • Una cosa che non dovrà assolutamente mancare nel tuo kit del camminatore saranno le racchette per camminare. Loro saranno il tuo vero sostegno, il tuo compagno che non ti deluderà, saranno quel carburante extra su cui non sapevi di poter contare. Vi confesso che in tutti questi anni di camminate in montagna ho fatto pochissimo uso delle racchette, ma è anche vero che ho sempre visto tanti sportivi utilizzarle. Durante la mia settimana ho avuto un problema ad un tendine della caviglia sinistra, problema che verso la fine del percorso, mi ha anche fatto valutare l'opzione del ritiro. Ero vistosamente zoppo, ma sapete qual’è stata la cosa positiva di quest’infortunio? Che ho imparato ad utilizzare bene le racchette. E’ stato un processo di apprendimento, nel senso che sembra semplice, ma se vuoi che facciano il lavoro al posto delle tue gambe, devi imparare ad utilizzarle bene, sia nel ritmo, sia nella spinta. Durante il cammino ho incrociato tanti viandanti con qualche acciacco, soprattutto alle ginocchia. Ricordo ancora il volto in lacrime di quella giovanissima ragazza di appena 23 anni che all’inizio del quarto giorno si è vista costretta al ritiro per il dolore al ginocchio. Magari quel ginocchio, un po' più supportato ce l’avrebbe fatta, chi lo sa, sicuramente meglio averle e soprattutto esercitarsi prima della partenza ad utilizzarle nel modo corretto.

Advice numero 3, le “sfortune” non arrivano mai per nulla, c’è sempre qualche lezione che possiamo trarne e che potrebbe aiutarci a migliorare la nostra consapevolezza e il nostro futuro. Quali possono essere le nostre racchette al rientro in azienda?


  • Il cammino è uno di quei viaggi che puoi avventurarti a fare anche da solo, lungo il percorso sicuramente conoscerai persone e non sarai mai davvero solo. Questo è uno degli aspetti che mi ha sorpreso più di tutti. Avevo viaggiato altre volte da solo, ma questa volta era molto differente. Diciamocelo, in alcuni viaggi, parti solo e solo rimani, ma perché questa volta era così differente? Questa era la domanda che mi sono posto più volte durante il viaggio, ma la risposta non è tardata ad arrivare. Tutte quelle persone in quei giorni avevano uno scopo comune, arrivare in fondo. Questo obiettivo comune creava una vera fratellanza, tutti era pronti a venire a supporto di qualcuno in difficoltà. Ci si raccontava e si condivideva come se ci conoscesse da una vita.

Suggerimento numero 4, se vuoi creare una squadra davvero coesa, dagli uno scopo in cui tutti possano identificarsi.


  • Parliamo di economia, intendo del business che gira attorno alla via degli Dei. A detta degli abitanti dei piccoli comuni in cui il cammino fa tappa, la popolarità della via degli Dei ha portato tantissimo benessere economico, soprattutto alle strutture ricettive, hotel e ristoranti. Nonostante quest’affermazione dei locali, a mio avviso si potrebbe fare molto di più. Sarà che abitando all'Alto Adige - Suedtirol e mi considero un viziato della montagna, ma lungo la via degli Dei potrebbe essere fatto molto di più. Non c’è una panchina lungo tutto il percorso, neppure a pagarla. Non ci sono posti di ristoro. In Alto Adige - Suedtirol non puoi fare più di un’ora a piedi senza trovare qualcuno pronto ad offrirti un cannederlo o un wuerstel, scordati tutto questo lungo la via degli Dei. Se uno ragazzino si piazzasse tutti i giorni con una ghiaggiacia in alcuni punti strategici, vendendo delle birre comprate ad 1 euro, troverebbe gente disposta a pagarle almeno 5 senza problemi. Non ho visto proattività nella proposta di gadget vari, è mai possibile che a nessuna delle strutture dove sono stato ospite, sia venuto in mente di tentare l’upsell della maglietta degli Dei? Vuoi non comprarne una?

Quinto consiglio, il metodo Kaizen sul miglioramento continuo può essere applicato ovunque, anche ad una passeggiata.


  • Uno dei più bei ricordi del cammino è stato il racconto di Elisa che è la proprietaria dell’hotel e ristorante Romani a Madonna dei Fornelli che è la seconda tappa del cammino. Durante la cena ti racconta com’è nata la storia del cammino e il ritrovamento di questa vecchia strada romana, la via Flaminia Militare. Di questa strada si narrava solo la legenda finché un uomo del posto non ritrova una vecchia moneta romana. Da quell’evento Franco Santi e Cesare Agostini dedicarono la loro intera vita al ritrovamento della strada. Ci vollero ben 2 anni di NON risultati prima di trovarne le prime tracce nel bosco. Elisa chiuse il suo discorso raccontandoci che questa vicenda narra di due amori. Il primo, per la propria terra, il secondo, per le proprie passioni.

L’ultimo suggerimento la lascio alle parole finali di Elisa: "Non abbandonate mai i vostri sogni, seguite sempre le vostre passioni."


In questi giorni mi sono fatto l’idea che il bello dei cammini è che una settimana può diventare la metafora di una vita intera. Non c’è cammino in cui vada tutto liscio. Noi abbiamo beccato due giorni di diluvio in cui l’acqua ci usciva pure dalle orecchie, ma la verità è che quei giorni non furono più stancanti di quelli in cui c’era il sole e che tra il bagnato della pioggia e il bagnato dal sudore, non c’è poi così tanta differenza, ma all’inizio la testa ti fa dire che quella con la pioggia sarà una brutta giornata e ti rendi conto di quanto la testa condizioni la tua esistenza. Ogni viandante parte consapevole che arriverà ad odiare quello zaino, che avrà qualche vescica ai piedi e le sue gambe saranno durissime a sera, ma nonostante tutto, decidiamo di partire.


A qualche compagno di viaggio ho posto la domanda: “Ma tu, perché sei partito?”. Arrivano per lo più risposte diplomatiche fatte di circostanze, il più delle volte banali, che in qualche modo però ti portano su quel percorso. Che è poi quello che accade tutti i giorni nelle nostre vite. Siamo tutti mossi da questa sincronicità di eventi che in qualche modo ti porta nel posto giusto al momento giusto, sulla base di un perfetto equilibrio per cui nulla accade per caso. A leggere la sincronicità nella nostra vita ci si può allenare. Avevo da poco comprato le carte #Alchemie di Italo Pentimalli e avevo deciso di estrarne a sorte 7, una per ogni giorno di viaggio. Ogni carta conteneva un messaggio su cui mi ero ripromesso di riflettere ogni giorno della settimana e con mio non più grande stupore, ogni giorno accadeva un episodio, a volte poteva essere un’immagine, altre volte un’intuizione che erano la risposta alla carta del giorno.


Chiudo dicendo grazie a tutte quelle persone che lungo i sentieri negli anni hanno lasciato delle frasi o delle piccole opere con le quali ispirano tutti i giorni i viandanti. Grazie a tutte le persone che hanno investito del loro tempo per rendere questo cammino percorribile, penso ai volontari del CAI, a chi ha scritto delle guide ecc. ecc. Grazie a chi ha partecipato emotivamente da remoto con me al cammino messaggiandomi, guardando le storie e grazie agli angeli custodi. E per chiudere un grazie speciale a tutte le persone che ho conosciuto lungo il cammino e che non mi hanno mai fatto sentire solo, grazie alla vostra generosità

nell'accogliermi, grazie per tutto quello che avete condiviso in questi giorni.


Spero che questo articolo, motivi tante altre persone a fare la stessa esperienza, quindi, al prossimo cammino e chissà che non ci si incontri lungo i sentieri del mondo.

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