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Immagine del redattoreMichele Puccio

UN GIORNO


Ore 5.00, suona la sveglia di una lunga giornata. Ore 21.30, sei soddisfatto, la giornata è stata lunga ed impegnativa, ma hai portato a casa quel contratto tanto importante. Ore 0.35, a pochi minuti da casa e come ogni giorno al rientro passi sotto lo studio di quel professionista che ti ha insegnato tanto e il pensiero va a lui al suo male. Ho un nodo in gola. Vorresti poter fare qualcosa per lui, per loro. Lo immagini stretto intorno alla sua famiglia e ti chiedi se tutto l’affannarsi del giorno ha avuto un senso. Ore 0.43, sei a casa. Li trovi tutti nel lettone che dormono. Ti fermi qualche secondo a fissarli, ecco, un pezzo di risposta sta sicuramente la, ma non può bastare, sicuramente non è tutto. Domani mi rialzerò, indosserò il mio abito, annoderò la mia cravatta e ripartirò per un’altra giornata. Quella domanda sembrerà un lontano ricordo. Ma lo so, so già che si ripresenterà, forse già domani, forse tra una settimana o un mese.

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