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VENDITORI E PALERMO


Mi è capitato tra le mani un articolo su Palermo di una giornalista della mia età che si è trasferita a Milano da 10 anni e vista la similitudine con la mia storia non ho potuto far a meno di leggerlo tutto. L’articolo mi ha fatto ricordare tantissime belle esperienze passate che cerchi di rivivere ogni volta che riesci a tornare a casa. Ripensando alla vita giù mi è venuto in mente di collegare alcuni fenomeni al fatto che recentemente, facendo diversi colloqui di selezione per la figura di venditore, mi sono accorto che ci sono davvero tantissimi meridionali che al nord svolgono la professione del venditore. Senza la pretesa di fare un’analisi approfondita del fenomeno, la prima cosa che mi è venuta in mente sul come mai ci fosse una relazione del genere è che se nasci in una realtà in cui tutto è una conquista, dove pure il diritto alla vita a volte viene messo in discussione, questa comunità sarà anche una palestra naturale per un venditore in fascia. Cominciano i tuoi genitori per conto tuo quando cercano di garantirti il diritto ad un asilo decente, poi negli anni tocca a te quando all’università fai le corse per avere un posto a sedere (sapete com’è, prendere appunti da seduto è decisamente più semplice) e si va avanti con le risse della coda dell’ufficio collocamento ecc. ecc. Giusto per raccontarvi quanto la nostra cara Italia sia un paese che offre davvero tutto, adesso vivo invece in una provincia dove i genitori vantano anche il diritto di non dovere spendere un euro per l’istruzione dei propri figli e così le biblioteche comunali si adoperano per comprare i libri per tutti e mi sto riferendo sia a quelli di testo e che quelli extra programma. Come diciamo sempre, ogni medaglia ha il suo rovescio, forse nascere in una città con una “vivibilità” non proprio ai primi posti del ranking nazionale ha dalla sua, il plus di forgiare dei futuri venditori inconsapevoli.

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