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Immagine del redattoreMichele Puccio

QUANDO LA TRISTEZZA ARRIVA CHE SI FA?

Ipotizziamo che un venditore venga da te e ti dica:

“Capo, sto divorziando, ti confesso che non ci sono con la testa. Quando incontro un cliente non sono presente, non so come uscirne.”

Oppure ipotizziamo che, sono le ore 9.00 del mattino e il tuo capo ti ha convocato per dirti che per il ruolo di VP della Region, l’azienda ha preferito puntare su un altro candidato al posto tuo. Ti senti distrutto perché aspettavi questa promozione da tantissimo tempo e come se non bastasse tra un’ora, alle ore 10.00 avrai una presentazione davanti una platea con 50 persone che saranno là per te.

Che consiglio darai al tuo venditore per supportarlo in questo momento difficile? Cosa dirai a te stesso per affrontare quel pubblico come un vero professionista? Il pubblico ha diritto ad una tua performance al 100%.

Credi che queste situazioni siano così rare nelle nostre aziende? Io penso di no. Ogni giorno stati d’animo positivi e negativi si alternano continuamente eppure i nostri obiettivi e le nostre scadenze rimangono là al loro posto.

Il suggerimento che mi sento di dare oggi l’ho imparato da Morelli e consiste nel ripetersi queste frasi.

“Oggi, ore 9.00 di martedì la tristezza viene a trovarmi e io non ho niente da dirmi. Io non ho storia, io sono nessuno. Non dipende da me, sia quel che sia.”

So che può sembrare eccessivamente semplicistico, per metabolizzare bene il concetto vi potrei consigliare di vedere i video di Morelli che trovate su Youtube o leggere i suoi libri.

Vi anticipo che non è semplicissimo comprendere certi passaggi. A volte è anche necessario tornarci su più volte, a volte l’unica è sperimentare e basta.

Rifletti per un attimo sulla frase sopra e per le menti razionali cerchiamo di capire cosa accade dicendosi queste frasi:

  1. Ti concentri sul momento, non c’è passato e non c’è futuro che possano alimentare la nostra tristezza.

  2. Non dicendoti nulla, metti a tacere quel tuo Io che pensa di avere sempre chiaro cos’è meglio per te e che poi alimenta la sofferenza.

  3. Non avendo storia non puoi associare il problema a tue esperienze passate, tu in ogni istante puoi decidere di essere diverso.

  4. Fai un atto di fede, accetti che non puoi controllare tutto.

Prima di chiudere vi riporto un altro esempio. Di seguito trovi i 9 punti di come dovrebbe evolversi la percezione di un’arrabbiatura.

  1. Io mi arrabbio con Giovanni perché penso che sia stato troppo egoista e penso che sto soffrendo.

  2. Io mi arrabbio con Giovanni e non so la causa.

  3. Io mi arrabbio, non c’è più neppure Giovanni.

  4. L’arrabbiatura è venuta a trovarmi.

  5. Un dio misterioso come Marte è venuto dentro di me. Ci sono motivi misteriosi per cui vuol vivere dentro di me.

  6. Io non esisto più, Marte scorre dentro di me.

  7. Aspetto i doni che mi porta il fatto di aver accolto Marte.

  8. Sono in pace con me stesso perché ho dato al signore del mondo che agisce attraverso Marte la forza di depositarsi dentro di me.

  9. Io sono una pianta che ha colto l’aggressività che le persone vogliono mandar via che invece è il concime per la propria evoluzione.

In realtà dietro queste poche frasi c’è molto, molto di più.  Probabilmente ho deciso di riportarvi i 9 step solo con l’intento di incuriosirvi sull’argomento. Questo però non è un blog di psicologia, né è mia intenzione invadere le competenze altrui. Per gli approfondimenti vi ho già segnalato dove andare.

Non fraintendetemi, oggi non ho scritto con la presunzione di poter risolvere tutti i problemi del mondo, ma solo con l’umiltà e la speranza di alleviare qualche situazione difficile delle nostre vite.


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